domenica 13 ottobre 2013

SOLITUDINI



Da bambina avevo paura di ammalarmi perché quando succedeva la mamma mi sgridava.
"Con tutto quel che ho da fare questa si ammala!"  Era la frase d'esordio ad ogni mio febbrone e riusciva sempre a farmi sentire in colpa, sbagliata, inopportuna, inadeguata, degna di non essere amata.
Comunque sia, poiché "aveva da fare", mi mollava ore sola in casa.
Ricordo il piacere che provavo quando tornava e mi posava le mani fredde sulla fronte bollente. A volte mi portava qualche primizia, un giornalino, ma sempre con cipiglio da bersagliera frettolosa. Non mi leggeva libri. Non inventava favole per me.
Un'estate, mentre ero ospite da zia Gemma a Brescia,  una zia acquisita madre di quattro figli ormai grandi, mi venne una febbre oltre 41 e la zia per giorni e notti restò ai piedi del mio letto senza mollarmi un secondo. Provai un infinito senso d'amore e gratitudine per quella donna premurosa - mai dimenticata - perché per me, lei, era una vera mamma.  La Mamma con la maiuscola. Quella che avrei desiderato.
La mia era in tournée e venne a trovarmi con mio padre, quando ormai ero ristabilita, con l'aria a metà tra l'apprensivo e lo svagato.
Questa è la ragione per la quale, quando i miei figli sono malati, non li mollo un secondo, li vigilo di giorno e li tengo nel lettone di notte. 
Siamo il risultato del nostro vissuto e il mio è fatto di tante privazioni, distrazioni e dimenticanze subite. Un esempio? Mio padre arrivò in ritardo alla mia prima Comunione con un'eccentrica amica (mai vista prima) che indossava un buffo cappellino bianco da cerimonia simile a un fungo. Mia mamma lavorava in teatro e la domenica, quando di solito si celebrano certi Riti, aveva due spettacoli.
Fortuna che una zia acquisita, che mi fece anche da madrina, si offrì di accompagnarmi in chiesa!
Ma io, col mio perfetto abito bianco di taglio sartoriale ricco di candide perline, la coroncina da principessa, il velo e i guanti avrei voluto scappare lontano. 
Nel più bel giorno per tutte le mie amiche, io mi sentivo la bambina più triste e più sola del mondo!

Alle donne vittime di mariti violenti posso solo dire: SALVATEVI!

Penso che ogni giorno dell'anno dovremmo ricordare le donne che subiscono violenza. Da figlia di una donna che di botte ne ha ...