Chiudo
l'anno con nuove bruciature, frutto della mia sbadataggine in
cucina: fanno male, ma sono nulla se paragonate alle bruciature e
alle delusioni che ho subito negli ultimi due anni da persone che
pensavo leali.
Per
carattere tendo a fidarmi di chiunque, lo faccio perché mi viene
spontaneo, lo faccio perché detesto dubitare, lo faccio perché
cerco di essere corretta e mi illudo che gli altri facciano altrettanto con me.
In
questo biennio ho avviato collaborazioni nelle quali ho
investito tempo e fatica che si sono rivelate dannose. Ho dato
fiducia a persone che hanno sfruttato la mia credibilità e le mie
conoscenze per poi farsi strada da sole, fingendo di dimenticare
patti ed accordi. Il tutto per sgomitare un po', per guadagnare
qualcosa in più, per nuotare ed arrivare primi in quell'immenso
oceano di melma dove è costretto a tuffarsi chi, come me, decide di fare il proprio mestiere
da freelance senza protettori politici, cercando di stare a galla, possibilmente senza bere.
Le
scottature sono state tante, ma mi hanno resa saggia perché ho scelto di viverle con razionalità, facendo in modo che fossero opportunità
per imparare qualcosa di più e di nuovo del mondo e della realtà
che mi circonda, specie nei settori di mia competenza dove noi liberi
professionisti della creatività e della comunicazione lottiamo per
sopravvivere.
Arrabbiata? No. Solo delusa, anche se mi ripeto che non sarebbe il caso perché
il callo a queste cose dovrei averlo fatto visto che non ho iniziato
ieri a lavorare e ho bazzicato ambienti per nulla facili, intrisi di veleni che farebbero arrossire Lucrezia Borgia!
Questo
piccolo sfogo-bilancio di fine anno per mettere a fuoco tre cose:
la prima è che non mio sto lamentando, ma sto semplicemente facendo cronaca;
la prima è che non mio sto lamentando, ma sto semplicemente facendo cronaca;
la seconda è che auguro alle persone che pensano sia normale calpestare chi cammina al loro fianco, spalancandogli anche le porte, di avere
comunque giorni leggeri. Perché? Sicuramente non perché penso che la vita prima o poi pareggi i conti (non lo fa mai e i peggiori vincono sempre) ma perché ritengo che tali soggetti siano talmente bassi nella scala
evolutiva da non dovermi abbassare a considerarli nemici e bersaglio d'invettive.
la terza cosa riguarda me, la scelta consapevole di non arrabbiarmi,
la coerenza di andare avanti portando nel cuore i valori in cui
credo senza farmi contaminare da malumori, cattivi pensieri, pessime azioni. Non è una strada facile, comporta molta disciplina e autocontrollo,
specie quando l'istinto suggerirebbe di usare il lanciafiamme per
ripulire l'ambiente!
Non
parlo di perdono, ma di pacificazione personale. L' essere arrabbiati
abbruttisce ed è una condizione che ferisce profondamente solo chi la vive. Io voglio dormire tranquilla, voglio
piacermi, voglio combattere lealmente, voglio respirare serena e
camminare a testa alta tra i vermetti (che farò bene attenzione a
non calpestare per non sporcarmi le suole) e i “personaggetti”
che si credono importanti.
Detto
ciò, dal 2016 che sta arrivando vorrei ricevere in dono solo una maggiore capacità di giudizio, ma se così non fosse e se anche il prossimo anno dovesse essere quello delle fregature e delle delusioni cocenti pazienza, sono pronta ad affrontarlo e
a bruciarmi ancora.
Appartengo
ad una stirpe di donne forti. Sono una guerriera. Porto con orgoglio
ogni cicatrice.