Del Festival “Su la Testa”di Albenga avevo sempre sentito
parlare un gran bene. Per questo, quando mio figlio Samuele mi ha parlato della
possibilità di partecipare al Contest 2014 ho approvato.
Da disincantata quale sono ho anche immediatamente pensato
che sì, Samuele avrebbe potuto anche partecipare ad una delle serate di “selezione”
dedicate ai giovani musicisti emergenti della nostra Regione, ma certamente
sarebbe stato difficile riuscire a farsi ascoltare.
Solo sul palco, la chitarra acustica,
la purezza dei suoi 16 anni, il suo sound, le canzoni in inglese e così lontano, nel suo approccio con la musica e il songwriting, dall’idea tutta nazionale del cantautore.
Le cose, invece, sono andate diversamente. Alla prima
esibizione al circolo Arci Brixton di Alassio non potevo credere a quanto stava accadendo: quando Samuele ha iniziato a suonare un silenzio improvviso ed inatteso è calato nella piccola sala
colma di un pubblico giovane, attento, caldo, molti coi telefonini a filmare o fare foto, tanti applausi. Mio figlio era già felice così. Non è
facile, infatti, portare la propria musica di fronte ad un pubblico che non ti
conosce e riuscire, senza artifici, a catturarne l’attenzione.
Poi la sorpresa d’essere stato scelto come vincitore
del Contest, - e rappresentante dei tanti giovani che, come lui, avevano
partecipato alle diverse tappe nei circoli Arci della provincia di Savona - oltre alla bellissima occasione di suonare sul palco dell’Ambra di Albenga, in un
teatro sold out, con un pubblico motivato e partecipe.
L’accoglienza degli organizzatori è stata eccellente
ed è stato bello essere lì, coccolati da tutti.
Quello che mi è piaciuto di più è stato l’abbraccio
che ho ricevuto anch’io, da semplice accompagnatrice, e che ha avuto inizio al
nostro arrivo a palazzo Scotto Niccolari (sede degli eventi collaterali al Festival) per concludersi molto dopo la nostra
partenza da Albenga a tarda notte con gli occhi sorridenti, accompagnandoci
in autostrada, poi a casa, poi a letto, facendoci addormentare con un pizzico di euforia e la piacevole sensazione di aver preso parte a qualcosa di bello, di vero, di raro.
Da spettatrice della serata domenicale, svoltasi il 7
dicembre, posso dire che mi è piaciuta la qualità degli artisti scelti, volutamente
eterogenei a dimostrazione che “Su La Testa” apre davvero le porte agli
emergenti di ogni estrazione e gusto musicale.
Sono rimasta incantata dalla band che ha accompagnato
Stefano Vergani, un gattone istrionico dal sapore di Brianza, autore dai testi ironici, dissacranti e originali con ottimi arrangiamenti.
Mi è piaciuta Naif Herin, bella e brava, una delle
poche cantautrici donne con un rapporto disinvolto
con gli strumenti (il più delle volte mi trovo ad osservare allibita signorine cantautrici che pur con talento nella scrittura, hanno una pessima relazione con
le corde della chitarra o la tastiera di un pianoforte) che dovrebbe seriamente puntare al genere disco, quello che, per me, le riesce meglio.
Poi è arrivato lui: Claudio Lolli, un mito, un autore che ho molto apprezzato e ascoltato in passato e che sia in conferenza pomeridiana, sia durante l’esibizione con alcuni dei musicisti che già decenni fa lo accompagnarono nel suo disco più venduto, ha riproposto vecchie canzoni e un punto di vista decisamente snob rispetto alla musica di oggi, almeno alcuna.
Lolli, infatti, ha raccontato serenamente che quando
entra in un bar per un caffè e sente in diffusione una canzone rap, rinuncia a
bere, abbandona la tazzina, paga ed esce. Ha aggiunto che forse è un suo
limite, ma nello stesso tempo un po’ mi sembrava compiaciuto.
Del Lolli che ricordavo e amavo non ho visto traccia, se non nelle parole stampate in un libro dalle pagine consumate e dalla
copertina chiara, semi strappata, dal quale ha letto praticamente ogni parola
delle sue belle canzoni.
Il pubblico dell’Ambra, rispettoso e attento, ha visto sul
palco un uomo di 64 anni che ne dimostra 80, col bastone, totalmente incurante del suo aspetto trasandato, del suo raffreddore, della sua
tosse e della sua smemoratezza, ma che ha comunque portato dignitosamente avanti
la sua performance.
Devo dire che l’evidente disinteresse di Lolli per
quello che oggi è ed appare è l'elemento che ho apprezzato di più della vecchia icona. Il suo non tentare, neppure per un secondo, di essere piacevole o sedurre il pubblico mi è sembrato drammaticamente poetico, segno indubbio della saggia accettazione di vivere in un tempo
diverso e lontano anni luce da quello in cui sedeva in piazza, a Bologna, a
suonare la chitarra, corteggiare ragazze, bere vino o ricevere da Andrea
Pazienza la proposta d'illustrare "Antipatici Antipodi", suo fortunato LP del 1983.
Per contro, musicalmente, nulla è cambiato e la polvere che si è depositata sulla sua persona facendola invecchiare anzitempo, è la stessa polvere che rende, a mio avviso, i suoi brani opachi e musicalmente datati.
Però è doveroso ricordare che è bastato un soffio per far volare via la coltre grigia, insieme ad un po' di ruggine del cantante e far riassaporare ai nostalgici in sala atmosfere sempre piacevoli, frasi
indimenticabili e storie romanzate di zingari felici.
Mio figlio, asciutto, riservato, privo di
intellettualismi in virtù dei suoi pochi anni e di un'attitudine genetica alla semplicità, così ignaro di quel che significava un tempo essere “cantautori” del calibro di Lolli, mi è sembrato che fosse stato catapultato lì da un altro pianeta e, da
alieno, avesse su tutto ciò che lo circondava occhi limpidi, curiosi e attenti. Il suo sguardo, spesso timido, vagava senza sosta e assorbiva ogni
parola, ogni suono, ogni sfumatura di quel pomeriggio a palazzo e di quella serata
nel backstage insieme agli artisti, allo staff e al pubblico di "Su La Testa". Un’occasione
davvero unica e straordinaria per conoscere e per crescere, aprendo le braccia ad ogni nota, così come unica, straordinaria e preziosa è stata l’attenzione di
Alberto Calandriello, organizzatore del Contest, che dietro le quinte ha seguito
e respirato il respiro di tutti i musicisti sul palco.
Discreta e sensibile la presenza del direttore
artistico Davide Geddo, pronto a fotografare e postare la serata in diretta sui
social.
Mi sono poi immensamente piaciuti i ragazzi dell’Associazione Culturale Zoo
(che promuove il Festival) che con entusiasmo hanno lavorato e si sono prodigati
per la riuscita dell’evento: ognuno al suo posto e tutti pronti a fare un passo
indietro per lasciare spazio alla MUSICA, vera protagonista di "Su La Testa".
Ecco, in una realtà nazionale e regionale così avara,
disattenta e svagata nei confronti dei giovani musicisti e più in generale
della musica live, "Su La testa" mi è sembrata, davvero una perla, anche per la
possibilità di mettere a confronto il vecchio e il nuovo, senza filtri, giudizi,
pregiudizi e chiacchiere inutili.
Grazie!
Samuele Puppo, Su la Testa, Albenga 7 dicembre 2014 |
Samuele Puppo, Su La Testa, Albenga 7 dicembre 2014 |
Samuele Puppo, Su La Testa, Albenga 7 dicembre 2014
Samuele Puppo, premiazione Su La Testa Contest, Albenga 7 dicembre 2014
Targa Su La Testa Contest 2014 |