lunedì 22 dicembre 2014

"Su La Testa", un Festival dove vince la Musica!


                                        


Del Festival “Su la Testa”di Albenga avevo sempre sentito parlare un gran bene. Per questo, quando mio figlio Samuele mi ha parlato della possibilità di partecipare al Contest 2014 ho approvato.
Da disincantata quale sono ho anche immediatamente pensato che sì, Samuele avrebbe potuto anche partecipare ad una delle serate di “selezione” dedicate ai giovani musicisti emergenti della nostra Regione, ma certamente sarebbe stato difficile riuscire a farsi ascoltare.
Solo sul palco, la chitarra acustica, la purezza dei suoi 16 anni, il suo sound, le canzoni in inglese e così lontano, nel suo approccio con la musica e il songwriting, dall’idea tutta nazionale del cantautore.
Le cose, invece, sono andate diversamente. Alla prima esibizione al circolo Arci Brixton di Alassio non potevo credere a quanto stava accadendo: quando Samuele ha iniziato a suonare un silenzio improvviso ed inatteso è calato nella piccola sala colma di un pubblico giovane, attento, caldo, molti coi telefonini a filmare o fare foto, tanti applausi. Mio figlio era già felice così. Non è facile, infatti, portare la propria musica di fronte ad un pubblico che non ti conosce e riuscire, senza artifici, a catturarne l’attenzione.
Poi la sorpresa d’essere stato scelto come vincitore del Contest, - e rappresentante dei tanti giovani che, come lui, avevano partecipato alle diverse tappe nei circoli Arci della provincia di Savona - oltre alla bellissima occasione di suonare sul palco dell’Ambra di Albenga, in un teatro sold out, con un pubblico motivato e partecipe.

L’accoglienza degli organizzatori è stata eccellente ed è stato bello essere lì, coccolati da tutti.
Quello che mi è piaciuto di più è stato l’abbraccio che ho ricevuto anch’io, da semplice accompagnatrice, e che ha avuto inizio al nostro arrivo a palazzo Scotto Niccolari (sede degli eventi collaterali al Festival) per concludersi molto dopo la nostra partenza da Albenga a tarda notte con gli occhi sorridenti, accompagnandoci in autostrada, poi a casa, poi a letto, facendoci addormentare con un pizzico di euforia e la piacevole sensazione di aver preso parte a qualcosa di bello, di vero, di raro.
Da spettatrice della serata domenicale, svoltasi il 7 dicembre, posso dire che mi è piaciuta la qualità degli artisti scelti, volutamente eterogenei a dimostrazione che “Su La Testa” apre davvero le porte agli emergenti di ogni estrazione e gusto musicale.
Sono rimasta incantata dalla band che ha accompagnato Stefano Vergani, un gattone istrionico dal sapore di Brianza, autore dai testi ironici, dissacranti e originali con ottimi arrangiamenti.
Mi è piaciuta Naif Herin, bella e brava, una delle poche cantautrici donne con un rapporto disinvolto con gli strumenti (il più delle volte mi trovo ad osservare allibita signorine cantautrici che pur con talento nella scrittura, hanno una pessima relazione con le corde della chitarra o la tastiera di un pianoforte) che dovrebbe seriamente puntare al genere disco, quello che, per me, le riesce meglio. 

Poi è arrivato lui: Claudio Lolli, un mito, un autore che ho molto apprezzato e ascoltato in passato e che sia in conferenza pomeridiana, sia durante l’esibizione con alcuni dei musicisti che già decenni fa lo accompagnarono nel suo disco più venduto, ha riproposto vecchie canzoni e un punto di vista decisamente snob rispetto alla musica di oggi, almeno alcuna.
Lolli, infatti, ha raccontato serenamente che quando entra in un bar per un caffè e sente in diffusione una canzone rap, rinuncia a bere, abbandona la tazzina, paga ed esce. Ha aggiunto che forse è un suo limite, ma nello stesso tempo un po’ mi sembrava compiaciuto.
Del Lolli che ricordavo e amavo non ho visto traccia, se non nelle parole stampate in un libro dalle pagine consumate e dalla copertina chiara, semi strappata, dal quale ha letto praticamente ogni parola delle sue belle canzoni.
Il pubblico dell’Ambra, rispettoso e attento, ha visto sul palco un uomo di 64 anni che ne dimostra 80, col bastone, totalmente incurante del suo aspetto trasandato, del suo raffreddore, della sua tosse e della sua smemoratezza, ma che ha comunque portato dignitosamente avanti la sua performance.
Devo dire che l’evidente disinteresse di Lolli per quello che oggi è ed appare è l'elemento che ho apprezzato di più della vecchia icona. Il suo non tentare, neppure per un secondo, di essere piacevole o sedurre il pubblico mi è sembrato drammaticamente poetico, segno indubbio della saggia accettazione di vivere in un tempo diverso e lontano anni luce da quello in cui sedeva in piazza, a Bologna, a suonare la chitarra, corteggiare ragazze, bere vino o ricevere da Andrea Pazienza la proposta d'illustrare "Antipatici Antipodi", suo fortunato LP del 1983.
Per contro, musicalmente, nulla è cambiato e la polvere che si è depositata sulla sua persona facendola invecchiare anzitempo, è la stessa polvere che rende, a mio avviso, i suoi brani opachi e musicalmente datati. Però è doveroso ricordare che è bastato un soffio per far volare via la coltre grigia, insieme ad un po' di ruggine del cantante e far riassaporare ai nostalgici in sala atmosfere sempre piacevoli, frasi indimenticabili e storie romanzate di zingari felici.

Mio figlio, asciutto, riservato, privo di intellettualismi in virtù dei suoi pochi anni e di un'attitudine genetica alla semplicità, così ignaro di quel che significava un tempo essere “cantautori” del calibro di Lolli, mi è sembrato che fosse stato catapultato lì da un altro pianeta e, da alieno, avesse su tutto ciò che lo circondava occhi limpidi, curiosi e attenti. Il suo sguardo, spesso timido, vagava senza sosta e assorbiva ogni parola, ogni suono, ogni sfumatura di quel pomeriggio a palazzo e di quella serata nel backstage insieme agli artisti, allo staff e al pubblico di "Su La Testa". Un’occasione davvero unica e straordinaria per conoscere e per crescere, aprendo le braccia ad ogni nota, così come unica, straordinaria e preziosa è stata l’attenzione di Alberto Calandriello, organizzatore del Contest, che dietro le quinte ha seguito e respirato il respiro di tutti i musicisti sul palco.
Discreta e sensibile la presenza del direttore artistico Davide Geddo, pronto a fotografare e postare la serata in diretta sui social.
Mi sono poi immensamente piaciuti i ragazzi dell’Associazione Culturale Zoo (che promuove il Festival) che con entusiasmo hanno lavorato e si sono prodigati per la riuscita dell’evento: ognuno al suo posto e tutti pronti a fare un passo indietro per lasciare spazio alla MUSICA, vera protagonista di "Su La Testa".

Ecco, in una realtà nazionale e regionale così avara, disattenta e svagata nei confronti dei giovani musicisti e più in generale della musica live, "Su La testa" mi è sembrata, davvero una perla, anche per la possibilità di mettere a confronto il vecchio e il nuovo, senza filtri, giudizi, pregiudizi e chiacchiere inutili.


Grazie!

Samuele Puppo, Su la Testa, Albenga 7 dicembre 2014 


Samuele Puppo, Su La Testa, Albenga 7 dicembre 2014 


Samuele Puppo, Su La Testa, Albenga 7 dicembre 2014 

Samuele Puppo, premiazione Su La Testa Contest, Albenga 7 dicembre 2014 

Targa Su La Testa Contest 2014



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