martedì 21 novembre 2023

Alle donne vittime di mariti violenti posso solo dire: SALVATEVI!

Penso che ogni giorno dell'anno dovremmo ricordare le donne che subiscono violenza.
Da figlia di una donna che di botte ne ha subite, e tante, sono sicuramente una delle migliori testimoni del dolore che vivono I figli di fronte ad un orrore che non possono proprio comprendere.
Avevo solo tre-quattro anni. Ricordo che quando in casa si scatenava la tempesta (molto spesso per futili motivi) mi nascondevo sotto il tavolo della cucina e piangevo per le urla crescenti dei miei genitori, seguite da schiaffi, pugni, graffi e occhi neri. Il cuore mi batteva forte. Credevo di morire. Credevo che mia mamma morisse.
Ogni tanto, sempre mia mamma, scappava di casa con me in braccio. Mio padre le diceva: usi la bambina per proteggerti, quando in realtà era lei a proteggere me. A volte correvamo all'impazzata per le scale, a volte qualche vicino benevolo ci apriva la porta e ci offriva protezione. Ho un elenco infinito di tragici fotogrammi e brutte figure (mi vergognavo da morire per la platealità della mia pazza famiglia) da riempire un libro.
Ne parlo poco e non ne scrivo mai perchè rispolverare questi ricordi mi riapre ferite immense e mi fa piangere, ma è giusto che chi è testimone di quel vissuto ne parli e lo racconti per contribuire a diffondere una coscienza nuova.
Alle donne che subiscono violenza, alle madri, dico: denunciate, pensate a voi, ai vostri figli; fuggite il più lontano possibile perchè quelle tempeste, quegli uragani improvvisi e violentissimi rimarranno per sempre incisi nelle menti e nei cuori dei vostri bambini rendendoli insicuri e fragili.
Ogni volta che ripenso a quei momenti è come se la mia infanzia si fosse fermata là: congelata, addirittura cancellata da quel dolore immenso, da quel primo pugno irrispettoso dato a mia madre davanti ai miei occhi di bimba, da quelle paure che io ho poi tradotto in una sensibilità eccessiva e dolorosa, in una maniacale attenzione al minimo rumore, cambiamento di voce, umore, sguardo di mio padre o di mia madre: un'allerta continuo col cuore in gola e le orecchie tese, che mi ha dilaniato l'anima.
E ci sono voluti anni, uomini buoni, tanto amore e tanto perdono da parte mia per restituirmi serenità.
Gli uomini vanno, I figli restano e valgono più degli abbracci al veleno dei vostri violenti mariti quando, in ginocchio, verranno a chiedervi perdono.

SALVATEVI. SALVATELI.
L'AMORE E' UN'ALTRA COSA!

P.S. mio padre non beveva, socialmente era una persona gentile e divertente, non mi ha mai picchiata. Non so perché mia madre gli scatenasse tutta quella rabbia e perché pensasse che una donna, la sua donna che tanto amava, meritasse quel tormento. 
È morto prima che avessi l'età per chiederglielo e questo proprio non riesco a perdonarglielo.


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