In attesa della presentazione ufficiale del suo primo disco, che avrà luogo il 20 aprile alle 22 a La Claque (Teatro della Tosse) di Genova, un'intervista a tu per tu con Daniele Franchi.
La parola blues tatuata sul collo e molta voglia di
esprimersi e far conoscere la sua musica. Genovese, 22 anni, Daniele
Franchi ha fatto del blues una scelta di vita pur non legandosi ad un
repertorio tradizionale ma abbracciando mondi che spaziano, senza vincoli o costrizioni, tra il rock e la canzone d’autore in una vocazione stilistica sempre strettamente
connessa alla grande e calda madre.
Di
quella musica, così immediata e sincera, Franchi predilige il mood intimista,
l’essenza, l’attitudine emozionale: un bagaglio straordinario ed una scelta
inevitabile per un musicista di Genova, città geneticamente blues.
Sostenuto
sin dagli esordi da artisti liguri del calibro di Paolo Bonfanti e Guitar Ray
Scona (Renato Scognamiglio), Daniele Franchi ha avuto la splendida
opportunità di averli con sé nella registrazione di alcuni brani del suo “Free
Feeling”, primo disco da solista con Davide Medicina al basso e Andrea
Tassara alla batteria. Tra le special guest anche Francesco Piu e Sean Carney.
“Il mio approccio
al blues è soprattutto emozionale. Ritengo infatti che un repertorio per
definizione semplice e spontaneo come quello del blues, sia credibile solo se
suonato vivendone appieno l’emotività. Io, più che definirmi un bluesman,
preferisco dire che porto nella mia musica quel tipo di atteggiamento,
rifacendomi a grandi maestri come Muddy Waters o Jimi Hendrix”.
Per te, che hai suonato la chitarra sin
da bambino, cos'è la musica?
"Per me è la vita. Ho iniziato da bambino
sapendo che era ciò che avrei voluto fare da grande. E’ un’esperienza che
consiglio agli appassionati di qualunque strumento perché aiuta moltissimo
nella crescita emotiva di un individuo, specie se adolescente. Poi per
affrontare la quotidianità e le numerose difficoltà della professione occorrono
grande determinazione e forza d’animo, ma anche nel caso in cui si dovesse
decidere di fare altro nella vita, l’esperienza musicale resterà sempre un
bagaglio e un valore".
Nel tuo disco ci sono importanti special
guest, com’ è nata la collaborazione?
"Dalla stima reciproca e dalla voglia di
sostenermi. Tutti loro hanno creduto nel progetto e mi hanno incoraggiato a procedere offrendomi la meravigliosa opportunità di essere presenti nel mio disco d'esordio. Mi ritengo molto fortunato perché suonare
bene è da molti, ma non è scontato ottenere, da subito, la stima e la collaborazione dei colleghi
di successo".
Tra i coloro che per primi hanno creduto
in te chi vorresti ringraziare?
"Sono grato a Zibba che mi ha inserito negli Almalibre a 19 anni, totalmente privo di esperienza, e mi ha insegnato molto offrendomi la possibilità di esprimere al meglio le mie potenzialità, fino ad arrivare alla scelta d'intraprendere la carriera da solista.
Ringrazio poi infinitamente la mia band, senza la quale non avrei realizzato questo lavoro, e la mia famiglia che mi sostiene da sempre>.
Del tuo primo disco, “Free Feeling” cosa
ci racconti?
<Posso semplicemente dire che la
musica è totalmente parte della mia vita e questo disco ne è la prova; l’ho
scritto in un mese in coincidenza con scelte decise e radicali sia per la mia
vita sentimentale, sia per quella professionale. In ogni brano c’è un
pezzettino della mia storia e delle intense emozioni vissute di quel periodo
>.
Progetti per il futuro?
<Ora si tratta semplicemente di andare avanti, lavorare e
crescere, nella vita e nella musica, portando nelle canzoni e nel mio
modo di suonare tutto me stesso. E questo, per me, è decisamente
Blues!>
Alessandra Zacco, giornalista e blogger
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